I VIAGGI DI FORMAZIONE DELLE SEZIONI SOCI DI UNICOOP FIRENZE TRA CIBO BIOLOGICO, ETICA D’IMPRESA E SPORT SANO
Crescono il consumo e l’attenzione al cibo che deriva da una produzione virtuosa, sana e sostenibile e da luoghi che parlano di riscatto sociale.
I consumatori più attenti continuano a guardare con interesse ai terreni agricoli confiscati alla mafia, coltivati biologicamente per fini sociali dalle cooperative del circuito Libera Terra. L’azione di queste particolari imprese no-profit suscita interesse, anche perché si riverbera in tanti modi sul sistema socio-educativo del Paese.
Uno di questi modi consiste nel fatto che i consumatori stessi partecipano, in presenza, a percorsi di informazione e formazione, come quelli organizzati dalla Valle del Marro – Libera Terra nella Piana di Gioia Tauro. Dopo il lungo stop della pandemia, le sezioni soci di Unicoop Firenze, in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie, hanno ripreso i loro viaggi di formazione in Calabria sui beni confiscati alla ‘ndrangheta: viaggi per conoscere i progetti sociali che sostengono meritoriamente con donazioni e raccolte fondi. Recentemente un gruppo di circa 30 soci si è recato a Polistena per una breve ma intensa esperienza tra il 12 e il 14 Marzo.
Foto di gruppo presso palazzo confiscato
“E’ di vitale importanza che i soci di Unicoop Firenze vengano a vedere i luoghi e ad ascoltare le voci dei testimoni della lotta alla mafia”, ha dichiarato il presidente della cooperativa, Domenico Fazzari sottolineando che “in un momento di crisi dell’attenzione verso il problema delle mafie, rappresenta una speranza l’impegno delle sezioni soci di Unicoop a sostegno di un’agricoltura sana e libera, che tutela la fertilità del suolo, produce un cibo salutare e sfida le mafie con azioni educative di lungo raggio”.
La cronaca della loro permanenza è scandita da tappe di una consapevolezza crescente.
I soci hanno ascoltato dapprima le storie di rigenerazione intorno ai beni confiscati: non solo terreni, che danno lavoro dignitoso a soggetti svantaggiati e migranti; ma anche un palazzo come il Centro Padre Pino Puglisi, dove i minori a rischio – come ha spiegato Don Pino Demasi referente di Libera la sera dell’arrivo della delegazione – “trovano opportunità educative”. L’inquietante impatto dell’economia mafiosa sul sistema Paese è stato il tema della successiva testimonianza del giornalista sotto scorta Michele Albanese, che ha però ha lasciato intravedere uno spiraglio di speranza “proveniente proprio dalle piccole periferie dove un prete coraggioso e dei giovani cooperatori continuano a resistere, malgrado tutto”.
Aspromonte - Cristo di Zervò
Il giorno dopo, i soci di Unicoop hanno incontrato, presso la sua azienda nell’area retroportuale, presidiata dall’esercito, l’imprenditore Nino De Masi. Un colloquio di un’ora, vibrante, emozionante, incoraggiante con un uomo che dopo numerosi attentati, fino alla recente notizia di un progetto omicidario nei suoi confronti, continua a resistere, a denunciare, a far andare avanti la sua attività innovativa, e che – secondo le sue stesse parole - ”non vuole andar via dalla Calabria da sconfitto”.
Partita di calcio alla Seles Gioiosa Jonica
Nel pomeriggio, il gruppo ha raggiunto il Mar Ionio per l’incontro con i ragazzi e lo staff della S.E.L.E.S. di Gioiosa Jonica e di Polistena, un progetto sportivo comune contro l’infiltrazione della ndrangheta anche nel mondo del calcio giovanile e per l’educazione dei minori a rischio. Un progetto che ha la sua caratteristica – secondo la testimonianza di Francesco Rigitano, fondatore della Scuola Calcio etica e libera e dell’Associazione Don Milani – “nel momento d’aula in cui i ragazzi si formano come cittadini liberi: cittadini che non dimenticano”. A conclusione del momento formativo, è stata donata al presidente della Sezione Soci una maglietta “storica”, recante il nome di Dodò Gabriele: un bambino vivace, innamorato del calcio, appassionato della scuola, morto il 25 giugno 2009 su un campetto di calcetto nella periferia nord di Crotone, vittima innocente di un regolamento di conti tra ‘ndrine. Una partita tra i ragazzi delle due S.E.L.E.S. ha chiuso la giornata all’insegna di un buon agonismo in cui “si gioca con l’altro, non contro l’altro”.
Consegna della maglietta presso Seles Gioiosa Jonica
Il terzo e ultimo giorno si è data la voce all’unico protagonista silenzioso della storia di quel lembo di Calabria che non rinuncia alla sua dignità: l’Aspromonte.
Montagna dalla biodiversità eccezionale, tra gli anni ’70 e ’90 fu teatro della stagione dei sequestri di persona. Di quelli che non hanno mai fatto ritorno a casa, i soci hanno ascoltato le storie raccontate dai ragazzi del Servizio Civile Universale, all’ombra del Cristo di Zervò, il Cristo dei sequestrati.
Aspromonte - Laboratorio di Archeologia con Lino Licari
Lino Licari, una delle guide ufficiali dell’Ente Parco dell’Aspromonte, ha raccontato poi in modo fascinoso, presso il Centro visite dello Zomaro, il patrimonio di questa catena montuosa, mostrandolo in tutte le sue declinazioni naturalistiche, geologiche, storiche ed antropologiche, e terminando il suo intervento ricco e appassionato con un altrettanto apprezzatissimo laboratorio di archeologia sperimentale.
“Esplora, sogna, scopri” era l’invito di uno scrittore d’avventure, un invito valido in qualunque età della vita– cita Antonio Napoli, socio della Valle del Marro che ha accompagnato il gruppo. “Ci sembra di aver letto negli occhi dei soci in partenza, come il resto mancante di quella frase: “e aiuta a crescere e conservare ciò che di buono hai scoperto”. Li ringraziamo di cuore per quello che hanno fatto e continueranno a fare, seppur lontani da questa nostra terra, ma così vicini al suo cuore più nobile.”