PEPERONCINO PICCANTE BIO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
“Da sempre siamo legati al nostro territorio che, con gioie e dolori, ci spinge a riscoprirlo per amarlo ancora di più e valorizzare i suoi prodotti tipici”
- afferma Antonio Napoli, socio della cooperativa.
Da qui la scelta di coltivare il peperoncino piccante, e la minuziosa ricerca di cultivar autoctone. “Anche quest'anno sono state messe a dimora circa 16.000 piantine di peperoncino Rosarnese da semente autoprodotta” dichiara Domenico Fazzari. “Questo permette di guidare e tenere sotto controllo la filiera del prodotto, mettendo a capo di quest'ultima la qualità”.
Il seme, punto di partenza della filiera, viene selezionato con preferenza dei frutti che più si avvicinano alla perfezione per colore e forma. “Proprio l'attenzione posta nella scelta della semente, ci permette di avere un prodotto finale che si distingue da tutti gli altri, per proprietà sensoriali e qualitative” sottolinea Federica Zaccone, tecnologo alimentare.
Viene posta molta attenzione alle pratiche di coltivazione che negli anni sono state completamente modificate ed innovate, introducendo tecniche ed attrezzature efficienti, ancor più rispettose dell’ambiente.
La preparazione del terreno vede l’abbandono dell’uso delle macchine azionate (energivore e deleterie da un punto di vista agronomico) e l’adozione di macchine con utensili statici che hanno permesso una sostanziale riduzione del consumo energetico e miglioramenti tangibili nella gestione agronomica della coltivazione (riduzione delle infestanti e rispetto del suolo).
Grazie all'agricoltura biologica, è stata riscoperta la tecnica della falsa semina, compiuta prima della messa a dimora: il terreno viene preparato ed irrigato come se fossero state messe a dimora le piantine. Con questa tecnica le infestanti germinano per essere successivamente eliminate; si procede quindi al trapianto delle piantine di peperoncino in un terreno notevolmente decolonizzato.
L'utilizzo della trapiantatrice (macchina non presente nell’areale di coltivazione), permette la drastica riduzione dei tempi di lavoro, il miglioramento delle operazioni colturali e la riduzione dell'affaticamento dei lavoratori. Le operazioni di sarchiatura vengono invece compiute tra le file mediante sarchiatrice.
“Le sperimentazioni sono compiute di anno in anno, seguendo delle priorità, in modo da poter valutare attentamente i pro e i contro, per non mettere a rischio l'equilibrio aziendale” spiega Antonio Napoli.
L'opportunità di quest'anno è l'adesione al progetto “Green Fields” di Irritec, per lo smaltimento sostenibile dell'ala gocciolante, con il vantaggio di perseguire gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile attraverso il recupero della plastica.
Il prossimo anno verrà sperimentato l'utilizzo di teli pacciamanti bio, che hanno particolari vantaggi quali: minimizzare la crescita delle erbe infestanti, proteggere il terreno da insetti indesiderati e proteggere le radici dal freddo e dal caldo.