UN IMPIANTO DI SUBIRRIGAZIONE “ESEMPLARE”
Forse non è un'assoluta novità, eppure l'impianto di sub-irrigazione realizzato dalla Valle del Marro-Libera Terra su un agrumeto confiscato, ha diversi elementi per figurare come una buona pratica.
A monte di tutto c'è il Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua nelle imprese cooperative.
FON.COOP approva un piano formativo, presentato dalla Valle del Marro – Libera Terra con il supporto di HRCommunity.
L'obiettivo è il potenziamento delle competenze di soci e dipendenti in tutti i settori. E' in tale ambito che la cooperativa viene a conoscenza di un agronomo catanese, Sebastiano Bottino. Esperto di agricoltura biologica, il tecnico è l'apprezzato docente di uno dei momenti formativi del Piano.
In seguito Bottino manifesta la volontà di proseguire la collaborazione con la cooperativa. Nel volerla aiutare generosamente a migliorarsi, dà consigli sulle potature degli agrumi e sulle concimazioni, introducendo elementi di novità ed economicità. Segnala che i vecchi impianti ritrovati sui terreni confiscati, sono poco funzionali.
La gestione agricola sostenibile non può prescindere da un razionale consumo idrico.
La cooperativa decide allora di investire nella riconversione degli impianti irrigui.
La proposta di Bottino è di optare per un sistema di sub-irrigazione, un tipo di impianto estraneo alla consuetudine “irrigua” della Piana di Gioia Tauro.
Raccogliendo vari pareri, diversi agricoltori e tecnici del posto manifestano perplessità e scetticismo. Eppure questa soluzione permette un maggior sfruttamento razionale delle risorse idriche; in più, abbina la possibilità della fertirrigazione. In questo modo l’acqua e il fertilizzante raggiungono immediatamente l’apparato radicale della pianta, senza evaporazioni e dispersioni. Diversamente da quello che accade oggi, con gli attuali impianti.
La cooperativa, valutate attentamente le indicazioni di Bottino, decide di seguirle, accollandosi tutti i rischi di quella che è una scommessa.
L'ala gocciolante verrà interrata a circa 25 cm di profondità, ma per l'operazione d'interramento meccanico è necessario dotarsi di una nuova attrezzatura.
Lo stesso Bottino ne fa il disegno tecnico, gli operai della Valle del Marro lo realizzano puntualmente.
Determinante, in questa fase, è la scelta del tipo di ala gocciolante: ne serve una progettata per la subirrigazione, che ovvi a tutte le problematiche segnalate dagli scettici.
Bottino suggerisce di scegliere quella prodotta dalla Netafim, la ditta israeliana leader mondiale nell'irrigazione di precisione.
Questo tipo di manichetta è auto-compensante, auto-pulente e anti-sifone: significa che assicura prestazioni uniformi di lunga durata, garantisce protezione contro l'intrusione delle radici e contro il rischio di occlusione; evita che le particelle di terreno penetrino all'interno del gocciolatore. La scelta della cooperativa si orienta verso questo tipo di soluzione di qualità. In poche settimane tutto è pronto.
“Il vecchio impianto era suddiviso in 12 settori, oggi ridotti ad uno” spiega Domenico Fazzari, presidente della cooperativa. “Questo significa che abbiamo potuto ridurre i tempi di irrigazione e destinare così la manodopera risparmiata ad altri lavori”.
Il nuovo impianto irriguo funziona correttamente.
“La formazione è stata - e vogliamo che continui ad essere - una prerogativa della nostra cooperativa” sottolinea Antonio Napoli, vice-presidente della cooperativa e responsabile del settore.