POLISTENA, INTITOLAZIONE DEL PALAZZO CONFISCATO E INAUGURAZIONE DELL'OSTELLO
A Polistena il 15 settembre scorso, giornata conclusiva della due giorni di Fateci Spazio! World Camp 2015, e giorno del 22° anniversario dalla morte di Padre Pino Puglisi, il centro polifunzionale è stato intitolato alla figura del prete ucciso dalla mafia a Palermo.
Il Centro è nato fra le mura di un palazzo confiscato alla ’ndrangheta e assegnato alla parrocchia di don Pino Demasi, ristrutturato grazie al contributo di Fondazione con il Sud, della Fondazione Il Cuore si scioglie ed Enel Cuore. Da tempo sono già attivi al suo interno il Centro di Aggregazione Giovanile “Luigi Marafioti”, gestito dalla Parrocchia Santa Marina Vergine, e il Poliambulatorio di Emergency, terzo nodo del sistema "Programma Italia", in cui si offrono cure e assistenza gratuite a indigenti e migranti, soprattutto braccianti agricoli della Piana di Gioia Tauro.
Alla cerimonia di intitolazione hanno partecipato: Don Luigi Ciotti (presidente di Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), Carlo Borgomeo (Presidente della Fondazione con il Sud), Daniela Mori (Presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze), Novella Pellegrini (segretario generale di Enel Cuore Onlus), Alessandro Bertani (Vicepresidente di Emergency Ong). Presenti anche il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, il capo della Procura di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho e altre autorità civili e militari. Ospite speciale della cerimonia è stata la cantante Fiorella Mannoia.
Per la cerimonia il palazzo si è riempito di tanta gente. «Il sogno si fa segno – ha detto nel suo saluto il parroco don Pino Demasi, referente di Libera per la Piana –. Il sogno di una Calabria diversa, libera dalle mafie, luogo di condivisione, di maggiore giustizia e di legalità».
Don Luigi Ciotti ha sottolineato l'importanza dei segni, facendo osservare che la realtà del Centro polifunzionale graffia le coscienze. "Questo è un segno di speranza -ha aggiunto- ma questo segno deve diventare per tutti noi lo scatto per fare di più, ognuno per la nostra parte, mettendoci tutti in gioco, partendo dall'essere cittadini più coraggiosi e responsabili. La speranza, o è di tutti, o non è speranza".
Nella stessa circostanza è stato inaugurato l'ostello sociale, intitolato alla memoria di Gianni Laruffa, imprenditore e fondatore dell'associazione antiracket APICA Onlus di Polistena. La struttura ricettiva, che comprende anche una bottega alimentare con i prodotti delle terre confiscate, è destinato prevalentemente al soggiorno di giovani, e ospiterà i gruppi di volontari di Libera che ogni estate vengono a Polistena per partecipare ai campi di lavoro e formazione.
All'inaugurazione, con la presidente del consiglio di sorveglianza Daniela Mori, c'era anche una delegazione di consiglieri di sorveglianza e delle sezioni soci Coop Unicoop Firenze. Con loro anche Luciano Rossetti, direttore organizzazione soci; Claudio Vanni, responsabile relazioni esterne; Donatella Corsini della segreteria del consiglio di sorveglianza; Giulio Bani, vicepresidente consiglio di gestione; Marco Baglini e Nicola Fredducci, dell'ufficio tecnico e Matteo Cipollini dell'area sviluppo di Unicoop Firenze. Il gruppo dei trentadue soci di Unicoop Firenze, membri del Consiglio di sorveglianza e presidenti delle sezioni soci, ha visitato nella mattinata i terreni confiscati alla mafia e gestiti dalla cooperativa sociale Valle del Marro – Libera Terra. La visita dei soci Unicoop Firenze ha voluto ribadire che la Valle del Marro non è sola nella lotta alla mafia e che c'è il massimo impegno per sostenere la commercializzazione delle clementine e delle arance prodotte dalla cooperativa di Libera.
Le due cerimonie hanno dato particolare risonanza ai lavori del World Camp 2015, promosso dalla Fondazione Il Cuore si Scioglie Onlus e dalla Valle del Marro – Libera Terra e organizzato in collaborazione con l'agenzia LAMA e l'associazione multiculturale Mammalucco. Nelle due giornate si è discusso, partendo dalla testimonianza di casi concreti, di riutilizzo dei beni confiscati alle mafie o in stato di abbandono e dell’opportunità che essi rappresentano per lo sviluppo del Sud in chiave di innovazione sociale.